COME FUNZIONA
Un apparecchio di neurostimolazione è costituito da due componenti: la prima è l’elettrodo adatto al tipo di tessuto nervoso da “equilibrare” posizionato sulla parte del sistema nervoso da trattare, la seconda è il generatore di impulsi o IPG formato dalla sorgente elettrica e dai componenti elettronici di controllo. Le indicazioni per l’utilizzo della neurostimolazione sono numerose: le principali sono il dolore cronico neuropatico, l’epilessia, i disturbi del movimento come il morbo di Parkinson o la distonia.
In caso di dolore cronico neuropatico, per esempio, vi è un “corto circuito” del sistema nervoso che causa segnali dolorosi anomali anche in assenza di una reale causa di dolore: la neurostimolazione altera questi segnali nervosi anomali durante il loro tragitto verso il cervello così da non far percepire il segnale come doloroso: è una contromisura elettronica basata sull’elettricità (modalità naturale con cui funziona il sistema nervoso) quindi del tutto libera da effetti collaterali dannosi quali le reazioni da farmaci.
APPLICAZIONI DELLA NEUROSTIMOLAZIONE
- Dolore cronico neuropatico come esito da interventi alla colonna spinale
- Dolore cronico da sindromi algodistrofiche
- Dolore cronico neuropatico da danno ai nervi periferici
- Dolore da neuropatia diabetica
- Sindrome da arto fantasma
- Dolore da cicatrice chirurgica
- Dolore cervicale
- Dolore facciale
- Dolore pelvico
- Spasticità
- Epilessia farmacoresistente
- Depressione farmacoresistente
- Morbo di Parkinson
- Distonia generalizzata